Pesci freschi da squamare, pescati da
non si sa bene chi (ou n'importe pas). Racconto à la Carver.
Come sostiene Alberto, la mia è una scrittura molto fisica,
intrisa di erotismo di sostanza. Non ho bisogno di parlare di sesso
per essere erotica. Questo lo sapevo già, ma mi piace
sentirmelo dire. Quasi fosse stato il mio obiettivo.
Scriverò un racconto in terza
persona, un po' come gli ultimi post del blog, e un po' come la
Esselink.
“La ragazza” è il soggetto. Tempo del presente. Narrazione
in tempo reale. Punto di vista interno al racconto, cioè al
personaggio. Prelevare alcune frasi dal blog. Oggetto, o tema:
rifiuto del cibo, silenzio, ripiegamento. Desquama i pesci con un
coltellino, ne sente il profumo, sebbene siano congelati da una
settimana. La persona che li ha pescati non c'è più.
Lei li desquama, li condisce. Li cucina amorevolmente. È sola.
La persona che non c'è più è, ovviamente, il
padre. Li cucina, li mette in tavola. Qualche giorno dopo, quando
l'odore diventerà insopportabile, li farà andare giù
per il cesso. Oppure matrimonio in famiglia. Le zie col cappello alla
bersagliera (ottima espressione benniana). Gira tra i tavoli, non
incontra nessuno, non parla con nessuno. Contro tutti i cliché
che vogliono che ai matrimoni si facciano incontri romantici.
Oppure si parla di musica, musica
suonata, concerto punk. O quel che è.
Oppure: tournée. Tournée
immaginata. Viaggiano, o si fermano negli autogrill. Alba dopo il
concerto a Roma. Si sta assorti a guardare il cielo dal finestrino
del camper, pensando ai fatti propri. Si sale verso Milano, per
suonare in un centro dove si piange ancora un ragazzo. Da Milano si
vira a sud-ovest, Savona, la riviera ligure. Salvo incontra amici che
non vede da una vita. Op vedo posti sconosciuti.
Durante i viaggi avverto una sensazione
d'acquario. I luoghi sconosciuti mi mettono apprensione. Poi a
Torino, busso alle sette del mattino alla porta dei miei zii. Le
mariage, buon dio. Devo fare tutto in fretta: la doccia, il trucco.
Verrà un po' sbavato (si noterà, per caso, che sono
stata in viaggio per tre giorni di fila?). Dormirò in chiesa,
forse. O forse mi emozionerò, mio malgrado. In fondo, sono
anch'io una ragazza romantica.
Ma tutto questo non è racconto.
Tutto questo è autobiografico, e nel peggiore dei modi.
Ad esempio, sarebbe il caso di parlare
di F., cioè, non di lei, ma quasi. La ragazzina che esce con i
grandi. La piccola bambolina ornamentale. Vorrei
scrivere un racconto spietato e brutale. E, al tempo stesso, leggero.
Pensare a Carver. È quello che
faccio sempre quando mi viene in mente il mestiere di scrivere.
Carver mette una parola dopo l'altra e costruisce racconti
meravigliosi. Poi penso a Les bonnes di Genet. Lo specchio, la
riflessione del sé su un altro sé e gli interventi
sull'altro sé come se fossero praticati su se stesso.
Il pragmatismo diventa una scelta di
vita. Una maniera per garantirsi una sorta di coerenza. Mi hanno
accusata più volte di essere teleologica. È così,
difatti. Non mi muovo se non con un obiettivo. Un obiettivo che varia
dalla soddisfazione di un piacere personale al rientro economico.
Capita spessissimo, se non addirittura sempre, che io pianifichi le
mie azioni in base alle loro conseguenze immediate. Non sono
un'impulsiva. Quando un'azione prevede un'incognita, il mio obiettivo
è la soddisfazione della mia
curiosità. In ogni caso, non faccio mai niente
per niente. Mai. Forse è così per tutti gli esseri
umani. Ma ha importanza?
Opera di finzione. Fiction, appunto.
Lei proietta se stessa su qualcun
altro. No, è difficile.
Loro due sono all'aeroporto in attesa
di partire. Non so, mi sa di harmony. Non funziona, l'idea dello
spunto.
Vedi, ci tocca partire. Ce ne andiamo?
Ci facciamo? Ancora ritornelli, vecchi di vent'anni.
La polvere è composta
essenzialmente da acari. Una cipria in putrefazione che riempie le
nostre case. Se stai lì a pensarci, ci diventi scemo. Potresti
anche decidere di non toccare più nulla – eppure sei tu, la
tua pelle infestata dai germi, sei tu la fonte principale dello
sporco in cui vivi.
POLVERE. Non sarebbe male un racconto
sulla polvere, o che parli della polvere. O di un rappresentante di
aspirapolvere, perché no? La
polvere, the dust, la poudre.
Sentimentalismi fuori
luogo. Adesso prendiamo la decisione più importante. Per farlo
necessito di un contatto prolungato all'interno del mio spazio
vitale. Mettere in mostra le mie pessime abitudini. Sostituire al suo
sogno d'amore una creatura in carne ed ossa. Una creatura difficile,
che non smetterà mai di valutare e soppesare. Beh? Siamo
rimasti qui? Che noia. E devo pure pisciare. Noia. Noia. Noia.